4.4.02

Ore 11, calma piatta

Quanti giorni sono passati dall’ultimo post? Meglio non contarli...
Nel frattempo, la serra per Garden&Country è rimasta al punto di prima :o(
Però ho scoperto che sulla pagina di G&C c’è un pezzo in cui si parla di noi di Minitaly. Bisogna scrollare un po’ la pagina, perché viene dopo il discorsetto introduttivo sulla mostra. Si parla chiaramente della nostra partecipazione in esclusiva come organizzatori dell’evento centrale (!!!! Miiiii... Non ci pozzo credere... come direbbe molto espressivamente Aldo...;o).

Insomma, devo veramente darmi una mossa!

Se la serra, intesa come struttura, non è proseguita, sono però riuscita a fare lo scheletro dell’albero. Ho seguito le istruzioni di Joann Swanson, pubblicate su un vecchio numero di Nutshell News, e come al solito il risultato è molto buono! Ho preso dei rametti di gissofila essiccata (grazie mamma!), tagliando via tutte le ramificazioni più sottili, li ho tenuti insieme con una striscia di carta da pacchi gommata (preziosissimo acquisto francese) e poi, quando questa è asciugata per bene, ho avvolto il *tronco* con la famosa benda gessata che avevo comprato con Annalisa in un negozio di sanitari (non vi dico la faccia della commessa... ;o)

Usare la benda gessata è, come dice Joann, “quite messy, but fun*. Io l’ho tagliata a striscioline larghe due cm e lunghe una decina, le ho inumidite e poi le ho avvolte intorno al fascio di rametti che forma il tronco. Le strisce bagnate hanno la sgradevole tendenza ad appiccicarsi su se stesse, per cui bisogna fare attenzione a non tagliarle troppo lunghe. In compenso si lasciano modellare molto bene e hanno un ottimo potere coprente, quindi bastano pochi giri e il *tronco* è fatto.
Per mascherare il punto in cui i rami si dipartono dal tronco, e rendere il passaggio più naturale, ho arrotolato alcune striscioline sottili fino alla base dei rami.

Ho poi aspettato fino al giorno dopo, perché la benda ci mette un bel po’ ad asciugare, ho dato una bella mano di marrone scuro a tronco e rami, e improvvisamente quella strana *cosa* bicolore ha cominciato ad assomigliare davvero a un albero. La superficie resta naturalmente rugosa e irregolare, molto *cortecciosa*, anche se i rami sono forse un po’ troppo sottili.
Adesso devo aggiungerci le foglie... sto continuando a rimandare perché non l’ho mai fatto prima e ho un po’ paura di rovinare tutto. Ho comprato del materiale usato normalmente per i plastici ferroviari: sembra utile, ma non è il muschio consigliato da Joann (lo *sphagnum moss*: quello non l’ho proprio trovato). Vedremo...

26.3.02

Queste sono le domeniche che preferisco!
Domenica scorsa ho passato un piacevolissimo pomeriggio a occuparmi delle *mie* cose.
Ci voleva... dopo una settimana veramente orribile, e prima di un’altra che si sta dimostrando anche peggiore!
Abbiamo finalmente avuto il collegamento Fastweb... dopo *solo* nove mesi di attesa :o((( Vabbe’. Internet funziona a meraviglia; non c’è mai la velocità promessa di 10 mega al secondo, ma è comunque moooolto più veloce di qualsiasi connessione io abbia mai avuto.
Così, ieri pomeriggio ho lavorato un po’ a questo blog... tweaked and polished the template... and putting to good use Marilia’s suggestions on including images.

Volevo ancora ringraziare questa nuova amica brasiliana che mi ha aiutato con la storia delle immagini. Non avrei saputo da che parte cominciare e lei, di sua iniziativa, mi ha mandato una mail con delle istruzioni chiarissime. È proprio questo il bello dei blog :o) *Reach out and touch someone*... è un’opportunità enorme per entrare in contatto con persone che altrimenti sarebbero rimaste per sempre fuori della mia vita.

Sono stata a vedere il blog di Marilia. È in portoghese, ma sono riuscita lo stesso a capire che deve contenere cose molto belle. Fateci un salto... soprattutto se, come me, amate la musica di questa lingua meravigliosa – si sente anche solo leggendo le parole!

Oltre al blog, ho lavorato un po’ alla serra in miniatura... peccato non poterla ancora fotografare. Ho incollato i pezzi di laminil sui vetri, completando così tutte le pareti. Ieri sera non ho resistito e ho fatto un *dry run* sul tavolo da pranzo... cioè l’ho assemblata senza colla, tenendo insieme le pareti con del masking tape da decoratore. Stamattina, col sole delle otto che la illuminava di sbieco, era proprio bellissima (anche se è ancora completamente bianca).

Adesso devo dipingerla, ho comprato un tubo di acrilico Rosso Ossido – il colore più vicino al Barn Red che cercavo. Penso che userò il medium screpolante per simulare il logorio del legno esposto alle intemperie. Tutti i profili (infissi, angoli, eccetera) saranno bianco sporco, anche questo *invecchiato* a dovere.

E poi ci sono gli interni a cui pensare... adesso che l’ho montata così, per prova, senza incollarla, ho un’idea migliore degli spazi interni, e finalmente *vedo* il banco da lavoro, il tavolo che ospita le piante, eccetera.
Nel libro Miniatures Nature ci sono dei bellissimi accessori per il giardinaggio, fatti per la maggior parte con quel metallo morbido ricavato dalle guaine che chiudono i tappi delle bottiglie di vino. Il materiale è così malleabile che gli si possono dare le forme più diverse. Oltre ai *soliti* annaffiatoi, pale, vanghe eccetera, ci sono utensili meno ovvii come il piantabulbi o quell’aggeggio che si usa per gli asparagi – non solo non so come si chiami, ma ignoro persino come si usi... Che vergogna...
Un’altra idea che prenderò da questo libro francese è il bancone per le piante, di legno con l’interno del vano portavasi in metallo (questa volta fatto con una teglia di alluminio).

È incredibile questo libro... ha un’attenzione al dettaglio realistico veramente particolare. In uno degli altri progetti, la torrefazione, viene miniaturizzato persino un aggeggino che serve per prelevare un campione di caffè senza dover aprire tutto il sacco.
Non so nemmeno come si chiama... ma adesso lo potrei riprodurre in miniatura. Il massimo!
;o)))

11.3.02

Priscilla, finalmente!
Un angelo dal Brasile mi è venuto in soccorso spiegandomi come si pubblicano le immagini.
Faccio subito la prova con una foto di Priscilla, la gatta che apre i cassetti (tra le altre cose).
Muito obrigada, Marilia!



6.3.02

La serra prosegue!
Sono troppo soddisfatta... ieri sera ho finito di tagliare le pareti di laminil, che sono venute benissimo. Ora le devo incollare ai vetri, dipingerle e poi provare ad assemblare il tutto.
Venerdì, se riesco, dovrei andare con Annalisa, amica e complice in miniature, a vedere un negozio di modellismo e crafts dove spero di trovare un po’ di cose che mi mancano. Per esempio, quelle *briciole di spugna* verdi che si usano per gli alberi dei plastici ferroviari e che mi servirebbero per il mio albero 1/12.

Mi piacerebbe postare le foto del work in progress, ma non abbiamo ancora la macchina digitale e comunque sembra che per il momento blogspot non lo permetta :o((
Vabbe’... mettiamoci un sorriso invece che una smorfia :o)). È l’unica pecca che ho trovato finora in un servizio per altri versi geniale. Mi sono abbonata a Blogger Pro, che è a pagamento, solo per sostenere il progetto e l’idea... figuratevi un po’, per la mia blogmania Blogger, il servizio gratuito, era più che sufficiente! Ma mi è sembrato giusto sostenere un’iniziativa che offre a chiunque queste grandissime opportunità di espressione. Bravo, Ed!
(nota: non è piaggeria questa... il bravo Ed non capisce una parola di italiano e non si accorgerà mai del mio apprezzamento!)

28.2.02

Progetti, progetti...
Un meraviglioso finesettimana a Firenze mi ha regalato un sacco di entusiasmo per tutte le mie cose.
Qui ci va una spolverata di zucchero a velo... ecco... perché è stato un weekend dolcissimo, una vera micro-luna di miele. Ci siamo proprio *suagnati*, come si dice qui a Torino: ci siamo viziati e coccolati e concessi un bel po’ di sciccherie. Be’, se vacanza dev’essere... che vacanza sia, no? In ogni caso, Mauro mi ha trattato da principessa, come al solito. Ancora non riesco a credere di essere stata in un albergo così bello.

Ci siamo portati dietro la micia Priscilla... siamo usciti con lei sia sabato che domenica mattina, attirando legioni di gattofili fiorentini e non. Con tutti, anche se non abbiamo scambiato che poche frasi, c’è stata una condivisione istantanea di tante piccole verità sui gatti... è incredibile come il sentirsi parte di un gruppo (in questo caso, i Gattomaniaci) apra immediatamente un canale di comunicazione privilegiato, impensabile fra estranei.

Abbiamo incontrato e incrociato molte persone aperte, cordiali e disponibili, dentro e fuori i negozi. Mi sono piaciute più dei monumenti ;o)
Sono comparse tutte con un tempismo e un senso dell’opportunità persino sospetti... come se fossero stati scritturati dai nostri angeli custodi per cospargere di momenti perfetti tutto il nostro finesettimana.
Per esempio, la ragazza col cucciolo di barboncino, che ci è corso incontro come se ci conoscesse da sempre, e per l’emozione ha fatto la pipì addosso a Mauro che l’aveva preso in braccio...
La signora Vannini e il suo laboratorio di intaglio, che ci ha ricordato il piacere e la soddisfazione di lavorare con le mani, nonostante tutti gli obiettivi svantaggi di una piccola attività artigianale...
Tutto il personale dell’albergo, di una cortesia sorridente e sincera, davvero sorprendente...

Be’, questa full immersion nella positività ha rimescolato un po’ di cose che erano rimaste, come si dice, in stand-by. Per esempio...


Garden&Country
Il 3 maggio si apre questa fiera importante a cui è stata invitata Minitaly, la nostra associazione di miniaturisti, e mi devo dare una mossa... il mio giardino DEVE essere pronto! Be’, adesso posso dire se non altro che ha messo le prime radici...

Il mio progetto è una serra costruita su un pezzetto di terreno in cui si trovano anche un piccolo orto e un albero. La serra funge anche da gabbiotto da lavoro; è una scusa per esporre un po’ di piantine in crescita, degli attrezzi e dei prodotti da giardino.
Sto seguendo un bellissimo modello di Joann Swanson, il genio del fai-da-te in miniatura, che ho trovato su un vecchio numero di Nutshell News (una gloriosa rivista americana che adesso si chiama Dollshouse Miniatures ed è un po’ meno gloriosa...). La serra, che ha grandi finestre e un tetto completamente vetrato, ha all’interno un banco da lavoro con lavandino e un tavolo per i vasi e le piante. Per questo tavolo, gli attrezzi e varie altre cose seguirò invece le indicazioni di un bellissimo libro francese, Miniatures Nature.

La struttura della serra è semplice e geniale, come la maggior parte dei progetti di Joann: ogni parete è formata da un sandwich con una lastra di vetro fra due fogli di foamcore della stessa forma. Le finestre sono ritagliate nel foamcore, lasciando al vetro il compito di “fare il vetro” delle finestre e di irrigidire la parete. Il foamcore (due fogli di cartoncino farciti di polistirolo a grana finissima, in italiano ;o) polyplatt o laminil) si taglia come il burro, mentre il vetro l’ho fatto tagliare dal vetraio... risultato: massimo risultato col minimo sforzo!

20.2.02

Di tutto... con la scusa delle miniature.

Ok, vi ho appena detto che questo blog è sulle miniature. E invece no... non solo. Perché, prima di tutto, è il mio blog. Per cui, lo userò per parlare di tutto quello che mi interessa... con la scusa delle miniature.


E che cos’è che mi interessa?
Be’, la cucina: cucinare, preparare, mangiare, gustare, eccetera eccetera. Può darsi che venga qui a scrivere una ricetta nuova che mi sono inventata e che è riuscita particolarmente bene. O a parlare di un ristorante che mi è piaciuto molto. Vedremo.

Poi, i gatti. La mia, innanzitutto, ma sono molto democratica... i gatti mi piacciono tutti. Mi piacciono in quanto specie. Il gatto è uno degli animali più belli che Dio abbia messo in terra. E sta nelle nostre case per portarci, piccolo apprendista angelo, il preziosissimo dono della grazia. Perciò... si parlerà anche di questo. Sappiatelo.

E poi, figuratevi un po’... c’è il mio lavoro. Quello attuale, che mi sto inventando un po’ per volta, di copy/web/content writer. Userò questo blog (o un suo capitolo separato, se riesco a capire come si fa...) per raccogliere i link ai bellissimi siti che ho scoperto e che continuo a scoprire. Sulla scrittura in senso lato, sull’usabilità del web, sul content management e persino sul web marketing, to’.

Ultimo, ma importantissimo, il lavoro dei miei sogni. Che ancora non so quale sia... Avrà a che fare con le miniature? Con la cucina? Con i gatti? Con la scrittura? Chissà...
Un primo link che mi annoto qui è www.fabjobs.com . Ci ho appena ordinato un ebook, il mio primo in assoluto, su come diventare uno scrittore gastronomico: un critico di ristoranti, un autore di libri di cucina, eccetera.
Suona un po’ come la solita americanata, ma costava poco e sono curiosa. Da quando ho cominciato questo blog sono diventata particolarmente ricettiva. Chissà come mai.
Un blog sulle miniature?
Sì, lo so, su un blog si parla. Si scrive, cioè, il che su Internet è la stessa cosa... Le miniature, invece, si fanno... si dovrebbero fare. E invece a me piace parlarne. Guarda un po’. La parte più divertente di qualsiasi miniprogetto per me è quella in cui ne parlo... ne parlo... ne parlo... finché è talmente reale nella mia testa che realizzarlo mi sembra una perdita di tempo!

(a mia parziale discolpa dirò che attualmente vivo in una casa in cui non ho lo spazio necessario per lavorare. È quindi abbastanza naturale che le mie “fasi progettuali” – altrimenti dette “fantasie” – si espandano all’infinito...)

“Ma non ti bastava tenere un diario?” E no che non mi bastava... che gusto c’è a parlarne da soli?


Un blog sulle miniature che si chiama Gingerprints?
Adesso arrivo al titolo. Mi sembra di sentirvi... “Perché Gingerprints?” “Cosa c’entra Gingerprints con le miniature?”. Be’, ecco un classico caso di necessità che aguzza l’ingegno. Vi ho detto che in casa non ho spazio per fare le minis. Lo spazio per una stampante, però, l’ho trovato... Così, ta-dah, ho pensato: non è che posso usare questo simpatico apparecchietto per realizzare delle miniature?

(metti in mano a un miniaturista un utensile, un attrezzo, una macchina qualsiasi... e lui troverà subito il modo di usarli per i suoi scopi matti. Se non riuscirà a utilizzarli come strumenti, li smonterà e ne userà le viti per fare dei portacandele)

Sono nate così le mie Gingerprints: stampe in miniatura che rendono i miniambienti più “gustosi”. Quei dettagli speciali che strappano il sorriso: nel salotto di Babbo Natale, non un giornale qualsiasi, ma le Cronache dal Polo... nella cucina da regalare alla mamma, non libri di ricette a caso, ma proprio quelli che usa lei... Vere foto di famiglia in salotto o in camera da letto. La dispensa piena delle mie scatolette preferite. Il nome del mio tesoro sul bigliettino romantico in un’ipotetica roombox di San Valentino. Eccetera.

Insomma, le mie gingerprints sono, attualmente, le sole minis che posso realizzare concretamente. Va da sé che, per quanto piccine, sono uno spunto potentissimo per le mie fantasie...

E così il cerchio si chiude. Gingerprints = miniature = fantasie = bisogno di parlarne = blog!